07 / 01 / 2014

2014 - Ottagono: per proteggere e mostrare

Come è iniziata la collaborazione?
Giacomo Bersanetti. Angelo ‘monitorava’ la nostra progettualità da anni; mi proposi e lui scrisse una lettera dove spiegava perché il nostro rapporto non sarebbe iniziato subito.
Angelo Gaja. È stato importante costruire una sintonia, un’intesa che non poteva prescindere dalla conoscenza della storia dell’azienda, del suo modo di stare sul mercato, dagli obiettivi di comunicazione. E questo richiede tempo e maturazione.

Cosa ti ha colpito di più di Angelo/Giacomo?
G.B. La straordinaria capacità intuitiva, la chiarezza e il rigore intellettuale.
A.G. La dimensione intellettuale, il gusto, la vivacità, l’istinto.

Breve definizione di packaging.
G.B. ll punto di incontro tra persona e oggetto, tra fruitore e prodotto. Le forme parlano agli occhi, alla memoria, alle emozioni; il design crea chiavi universali di comunicazione.
A.G. L’identificazione che l’azienda trasmette attraverso la grafica.

Gaja fagiani

Come cambia in funzione del prodotto?
G.B. Cambia in funzione di azienda, territorio, tipologia, settore, epoca, posizionamento, target… e del prodotto.
A.G. Non c’è abbastanza spazio per rispondere!

Il dettaglio che curate di più.
G.B. La coerenza con la filosofia del produttore/azienda.
A.G. La sobrietà, la pulizia, l’eleganza.

La parte più difficile del lavoro.
G.B. Riuscirci!
A.G. Non disperdere, illustrare con continuità l’anima dell’azienda.

Gaja camarcanda

Il prossimo progetto.
G.B. Un progetto editoriale.
A.G. Ne ho molti in mente ma voglio pensarci sopra senza lasciarmi guidare dalla fretta.

Angelo/Giacomo in una parola.
G.B. Totale. Un’artista tanto geniale quanto irrequieto come Michelangelo.
A.G. Lo chiamo il mio Einstein privato.

Il vostro legame in una parola.
G.B. Autenticità.
A.G. Una parola proprio non basta. La consapevolezza di avere costruito un rapporto che si basa sulla stima, sulla comunità di pensiero e sul rispetto reciproco.

Gaja secondary packaging

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